La fabbrica di CioccolaTò
Insieme ai “Willy Wonka” italiani alla scoperta del cioccolato
Completa la frase con la prima parola che ti viene in mente: CioccolaTò è...
Abbiamo provato a farlo, chiedendo ai visitatori e agli organizzatori della fiera di rispondere in modo spontaneo, senza pensarci troppo. Golosità, passione, gusto, professionalità e qualche bimbo che, un po' timido alle nostre domande, si è avvicinato un dito alla guancia. Tutti con un grande sorriso e qualcuno con le labbra ancora sporche di cioccolato.
L'idea di questa fiera è stata quella di unire l'industria del cioccolato, l'anima artigiana e il movimento artistico-culturale. “Abbiamo voluto dare più spazio alle piccole realtà torinesi, focalizzandoci sull'alta qualità” racconta Diana Del Vecchio del gruppo Apice, una delle organizzatrici dell'evento, e aggiunge “Torino può diventare una vetrina importante per quei piccoli produttori che non avrebbero altro modo per farsi conoscere. Il Gianduia District piemontese è la più importante realtà cioccolatiera italiana ed è per questo che si è scelto Torino come capitale dell'evento.”
Le attività proposte sono tante, dai classici stand commerciali, alla Fabbrica di Cioccolato, alle mostre, conferenze, ai film a tema, ai massaggi dolcissimi, al Circolo dei Lettori, alle visite per i bambini, con un occhio di riguardo anche per i paesi in via di sviluppo che forniscono i semi del cacao.
“Nel segno della PASSIONE” urla Silvio Bessone, mastro cioccolataio dell'azienda che prende il suo nome, “Non scendo a compromessi ed è per questo che continuo a produrre il cioccolato con macchinari che non stressino il prodotto e che lascino intatti gli aromi originali.”
Silvio Bessone ha collezionato negli anni una vera e propria Carta del cioccolato, andando personalmente a scegliere i chicchi di cacao nei paesi d'origine. Ad ogni seme corrisponde un aroma unico e inconfondibile, che dipende dal luogo di provenienza e da come viene coltivato.
CioccolaTò punta su questo: creare attorno al cioccolato un movimento di artigiani ed esperti di aromi che sappiano educare al gusto, andando oltre le barrette industriali a largo consumo. Un movimento simile a quello creatosi attorno al vino, per insegnare a noi, non addetti ai lavori, come riconoscere un buon aroma di cioccolato e come gustarlo al meglio.
D. B.
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