martedì 19 aprile 2011

L’Ingegneria dell’Informazione Multimediale

L'ingegneria dell'Informazione Multimediale

Lunedì 4 aprile presso la sede di Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione del Politecnico di Torino si è tenuto il seminario sulle tecnologie per il riuso del patrimonio documentale audiovisivo. Alla cattedra il Dott. Alberto Messina, coordinatore di ricerca del Centro Ricerche RAI di Torino, che si occupa di tecniche di analisi del contenuto multimediale per la produzione e l’archiviazione automatica di contenuti televisivi. 

Primo e fondamentale step della presentazione è stato quello di definire il campo di studio dell’Ingegneria dell’Informazione Multimediale, ossia quello delle tecnologie e dei metodi per strutturare e rendere accessibili i contenuti multimediali digitali e i metadati ad essi correlati. Tale disciplina, divenuta chiave nella moderna industria dei broadcaster e dei media con la convergenza, si fonda sull’utilizzo di tecniche di documentazione automatica. Automatizzare non al fine di fare a meno dei documentatori, ma creare uno scenario in cui lasciare alle macchine il lavoro più tedioso e banale e alle persone un lavoro di alto livello. Quindi tecnologie per la documentazione automatica che apportano un valore aggiunto e non si sostituiscono all’uomo. 

L’attenzione verso tali tecnologie è oggi in forte crescita per una duplice esigenza: da un lato il moltiplicarsi di nuovi canali sul digitale terrestre, che hanno reso la notazione manuale estremamente onerosa e poco praticabile, dall’altro la disponibilità di budget che non sono aumentati, ma che anzi tendono a diminuire. 

Diverse sono state le tecnologie menzionate per la strutturazione e la caratterizzazione del contenuto, per citarne un paio possiamo nominare la Feature Extraction, per estrarre dei surrogati di contenuto, e il rilevamento dei cambi scena, cioè la possibilità di rilevare in un qualsiasi contenuto mediante il feature tracking (basandosi sulla variazione nell’andamento della caratteristica) il punto in cui la scena cambia, ad esempio per effetti di montaggio. 

Interessante è stato notare come il linguaggio televisivo tradizionale sia così standardizzato da permettere il riconoscimento dei generi e dei formati televisivi da parte delle macchine mediante approcci basati su reti neurali e clustering fuzzy con un margine di errore decisamente basso. 

Così anche le macchine sono in grado di comprendere la televisione.

A.S.

martedì 12 aprile 2011

La fabbrica di CioccolaTò

La fabbrica di CioccolaTò
Insieme ai “Willy Wonka” italiani alla scoperta del cioccolato


 Completa la frase con la prima parola che ti viene in mente: CioccolaTò è...

Abbiamo provato a farlo, chiedendo ai visitatori e agli organizzatori della fiera di rispondere in modo spontaneo, senza pensarci troppo. Golosità, passione, gusto, professionalità e qualche bimbo che, un po' timido alle nostre domande, si è avvicinato un dito alla guancia. Tutti con un grande sorriso e qualcuno con le labbra ancora sporche di cioccolato.

L'idea di questa fiera è stata quella di unire l'industria del cioccolato, l'anima artigiana e il movimento artistico-culturale. “Abbiamo voluto dare più spazio alle piccole realtà torinesi, focalizzandoci sull'alta qualità” racconta Diana Del Vecchio del gruppo Apice, una delle organizzatrici dell'evento, e aggiunge “Torino può diventare una vetrina importante per quei piccoli produttori che non avrebbero altro modo per farsi conoscere. Il Gianduia District  piemontese è la più importante realtà cioccolatiera italiana ed è per questo che si è scelto Torino come capitale dell'evento.”

Le attività proposte sono tante, dai classici stand commerciali, alla Fabbrica di Cioccolato, alle mostre, conferenze, ai film a tema, ai massaggi dolcissimi, al Circolo dei Lettori, alle visite per i bambini, con un occhio di riguardo anche per i paesi in via di sviluppo che forniscono i semi del cacao.

“Nel segno della PASSIONE” urla Silvio Bessone, mastro cioccolataio dell'azienda che prende il suo nome, “Non scendo a compromessi ed è per questo che continuo a produrre il cioccolato con macchinari che non stressino il prodotto e che lascino intatti gli aromi originali.”

Silvio Bessone ha collezionato negli anni una vera e propria Carta del cioccolato, andando personalmente a scegliere i chicchi di cacao nei paesi d'origine. Ad ogni seme corrisponde un aroma unico e inconfondibile, che dipende dal luogo di provenienza e da come viene coltivato.

CioccolaTò punta su questo: creare attorno al cioccolato un movimento di artigiani ed esperti di aromi che sappiano educare al gusto, andando oltre le barrette industriali a largo consumo. Un movimento simile a quello creatosi attorno al vino, per insegnare a noi, non addetti ai lavori, come riconoscere un buon aroma di cioccolato e come gustarlo al meglio.